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Il territorio comunale e' compreso interamente nel parco nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni ed i suoi maggiori rilievi sono il monte Tresino (355 m) ed il monte Licosa (326 m). Il capoluogo domina un promontorio (278 m) a ridosso della fascia costiera tra punta Licosa e punta Pagliarola e delle frazioni di Santa Maria e San Marco. L'unico fiume permanente e' il Rio dell'Arena, gli altri corsi d'acqua sono legati principalmente alle precipitazioni piovose. Nelle sue acque costiere, gia' parco marino, per tutelarne il patrimonio floristico e faunistico, e' stata istituita l'area marina protetta Santa Maria di Castellabate, che abbraccia la zona tra la baia del Sauco (o del Vallone) e la punta di Ogliastro. L'area e' suddivisa in zone sottoposte a diverso regime di tutela ambientale, tenuto conto delle caratteristiche ambientali e della situazione socioeconomica presente. La zona A di riserva integrale vieta anche la balneazione e riguarda la costa tra punta Tresino e vallone Maroccia. La zona B (tratto di mare circostante la zona A e quello tra punta Torricella e punta Ogliastro) di riserva generale consente la balneazione e la navigazione a velocita' non oltre i cinque nodi entro 300 metri dalla costa. La zona C di riserva parziale con limitazioni circoscritte comprende il residuo tratto di mare all'interno del perimetro dell'area marina protetta.

Frazioni: Castellabate paese / Alano / Lago / Licosa / Ogliastro Marina / S. Marco / S.Maria / Tresino / Link Utili: Il sito del Comune / Wikipedia / Isola di Licosa

Storia

Castellabate, come altre zone del Cilento, era una zona abitata fin dall'epoca preistorica Castellabate – Stemma(paleolitico superiore) come testimoniano i reperti in pietra rinvenuti ad Alano e in localita' Sant'Antonio (nei pressi di Licosa). In seguito sul territorio si insediarono popolazione come Enotri, Greci e Lucani. Omero, con i suoi scritti, e' il primo ad accennare alle coste dell'odierna Castellabate. Il periodo dopo la caduta dell'Impero Romano fu caratterizzato da una certa instabilita' fino all'avvento dei Goti di Teodorico e piu' tardi dei Bizantini. Nel 846 Licosa era considerata una roccaforte di pirati Saraceni, che furono sconfitti proprio nella decisiva battaglia di Licosa da una coalizione di poteri locali che comprendeva il Ducato bizantino di Napoli, le potenze marinare di Amalfi, di Sorrento, e del Ducato di Gaeta: tutti i soggetti danneggiati dalle incursioni musulmane. Le incursioni saracene ebbero fine il 1028, quando questi furono scacciati definitivamente dal principe Guaimario III di Salerno. La storia di questo territorio e' legata a san Costabile Gentilcore, IV abate della Santissima Trinita' di Cava de' Tirreni. Nel medesimo anno in cui fu elevato alla dignita' di abate, egli avvio' i lavori di costruzione del Castello dell'Angelo (10 ottobre 1123), che, successivamente intitolato proprio a lui, diede origine al nome del borgo secondo questa linea etimologica: Castrum Abbatis - lo castello de lo abbate - castello dell'abbate - Castellabate.