Chi navighi il golfo, da Posidonia, vede l'isola di Leucosia, a breve distanza dalla terraferma, il cui nome prende da una delle Sirene qui caduta dopo che esse, come si racconta, precipitarono nell'abisso del mare.
Di fronte all'isola sta il promontorio antistante alle Sirenusse, che forma il golfo di Posidonia.
A chi doppi il capo si presenta, contiguo, un altro golfo in cui e' una citta' che si chiama Hyele... 

Strabone. Geografia (Libro VI, 1, 1)


Licosa

Il nome deriva dal greco Leukosia (Λευκωσία, pron. lefkosia in greco moderno) che significa "bianca", e la leggenda vuole che Leukosia sia una delle tre sirene che Ulisse incontro' nel suo viaggio, nell'Odissea omerica.
Il toponimo e' quindi strettamente correlato con quello della capitale cipriota Nicosia (Lefkosia in greco, Lefkoşa in turco) e, con quello del comune siciliano di Nicosia (EN). La localita', conosciuta anche come Punta Licosa, si trova sulla costa tirrenica, al centro-nord del Cilento e inserita nel suo parco nazionale. Sita nella parte meridionale del comune di Castellabate, e'compresa fra le frazioni di S.Marco e Ogliastro Marina, non distante dal confine comunale di Montecorice (nella frazione di Case del Conte).
L'area forestale, composta di macchia mediterranea, conta al suo centro la frazione vera e propria, un piccolo borgo con alcune decine di abitanti sito alle pendici del Monte Licosa (326 m s.l.m.). Da Castellabate dista circa 10 km, 8 da S.Maria, 10 da Agnone Cilento, 16 da Acciaroli, 20 da Agropoli e circa 70 da Salerno.

Mappe per raggiungere punta licosa

 

OASI PROTETTA

La fascia costiera e' composta di piccole spiagge rocciose a ridosso di una pineta, piuttosto recettiva turisticamente per la qualita' delle acque e la tranquillita' del luogo, quasi mai affollato di bagnanti. Esso costituisce la Riserva marina di Punta Licosa, una zona di tutela biologica marina che va da Punta dell'Ogliastro alla Baia del Sambuco, presso la zona boschiva del Tresino, ai confini comunali fra Castellabate e Agropoli. La riserva, che conta una grande varieta' faunistica ed a' (nell'ambito comunale) Bandiera Blu per la qualita' delle acque, ha ospitato nell'estate 2006 delle uova deposte da una Tartaruga "Caretta Caretta". L'evento della deposizione, molto raro nella zona, e' avvenuto nell'attigua spiaggia di Ogliastro Marina. L'area di Licosa conta 2 ingressi stradali a traffico limitato, con cancelli di controllo. L'ingresso meridionale e' a Ogliastro, quello settentrionale a S.Marco.
Al centro della strada e poco distante dal borgo di Licosa, si trova la Punta omonima su cui sorge una rocca; a ridosso del mare e di fronte all'Isola Licosa, un isolotto poco distante dalla terraferma su cui si trova un faro di segnalazione per i naviganti. Punta Licosa, che rappresenta il limite meridionale del Golfo di Salerno e' stata inserita dal 2005 fra le 11 piu' belle spiagge d'Italia, secondo il giudizio di Legambiente. L'Isola ospita altresi' un particolare tipo di lucertola endemica, la Podarcis krameri.

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Ogliastro Marina

Ogliastro Marina – Stemma
  • Il paese conta la contrada Arena, lungo il torrente omonimo, e si estende sino al bivio con la SS 267, nella zona chiamata Pieta'. Sulla spiaggia maggiore e' presente una "torre del telegrafo" di epoca borbonica, ed al lato costiero della strada sorge una pineta. Alla Punta dell'Ogliastro la strada presenta un parcheggio, dato che li si trova un casale che funge da ingresso a Licosa, chiuso da un cancello, zona a traffico limitato. L'attigua baia funge da approdo per svariate piccole imbarcazioni.
    Immerso nella macchia mediterranea, conta anche alcune specie non-autoctone, tra cui spicca per propagazione la pianta succulenta ''Carpobrotus'', genere di Aizoaceae.
  • Sono diverse le torri costiere dislocate su tutto il territorio che fanno parte del sistema difensivo predisposto a Castellabate per avvistare le imbarcanzioni saracene che si avvicinavano alla costa con l'intento di depredarla o conquistarla e offrire alle popolazioni locali cosi' una prima difesa da possibili invasori. Tra queste due sono collocate nella frazione di Ogliastro: la torre ''di Ogliastro'' o ''di Ogliarola'' nei pressi della punta di Ogliastro, costruita nel 1569 e la torre ''della Marina di Ogliastro'', detta anche ''dell'Arena o delle Ripe Rosse'', adiacente alla spiaggia di Casa del Conte (Montecorice) e realizzata alla fine del 1592. Le due postazioni, situate in importanti punti strategici dove poteva essere meglio perlustrato tutto il litorale, comunicavano con segnali di fumo o di fuoco tra loro e con l'abitato sul colle di Castellabate, dove la popolazione nel caso vi fosse l'arrivo di nemici dal mare chiudeva le porte del paese e si rifugiava all'interno del Castello dell'Abate.
  • Ogliastro Marina e' una frazione marina del comune di Castellabate, l'unica che non rientra nell'omonimo golfo. Le spiagge sabbiose ogliastresi sono: quella ''della Baia Arena'' e ''della punta di Ogliastro''. Numerose sono le calette naturali presenti, dove gli alberi delle pinete si affacciano sulle limpide acque, che da anni conseguono il riconoscimento della Bandiera Blu. Il territorio comprende delle passeggiate lungo le lungomari (come quello ''delle Tartarughe'') o lungo i sentieri naturali, attrezzate anche come percorsi botanici. I percorsi principali sono quelli tra Ogliastro Marina e il Pozzillo (8,6 km) e quelli della pineta.

San Marco di Castellabate

San Marco – Stemma Il borgo, originariamente sito a ridosso dell'attuale porto, e' andato sviluppandosi negli ultimi decenni dei XX secolo, anche per via dell'incremento della presenza turistica, inglobando la ''Torretta'' come sua zona commerciale. In alcuni documenti si accenna alla presenza di due piccole chiese, una dedicata alla Madonna e l'altra a San Marco, che oggi e' la Chiesa Parrocchiale. In questa parte del comune si sono avuti molti ritrovamenti di reperti archeologici; difatti oltre alla presenza dei resti del porto greco-romano, sono state rinvenute diverse tombe di origine romana, ed uno sbocco della galleria che dal castello sfociava verso Licosa. Il 30 maggio 1994 mori' suicida in questa frazione il famoso capitano della Roma, Agostino Di Bartolomei.
La ''Torretta'', collocata nell'omonima localita' a ridosso della strada regionale 267, e' una masseria fortificata seicentesca di proprieta'della famiglia Granito. In passato era la residenza di alcuni marchesi e veniva utilizzata per la produzione di svariati prodotti agricoli, come testimoniano gli annessi depositi utilizzati per conservare le derrate alimentari coltivate. La torre inglobata nella struttura agricola aveva una funzione sia di avvistamento che di difesa da eventuali assalitori. Alla Torretta sono legate le leggende riguardanti lo jus primae noctis, che si diceva il marchese esercitasse nei confronti delle spose dei marinai e dei contadini locali. Si racconta che durante i lavori di restauro siano venuti alla luce i teschi di sette condannati (utilizzati come monito per quelli che osavano ribellarsi) per aver escogitato nella prima meta' del 1700 un piano per uccidere il feudatario, il quale aveva preteso il diritto della prima notte con una giovane fanciulla di nome Teresa, futura moglie del contadino Cipullo. La Torretta e' stata la location di una delle scene del film Benvenuti al Sud.

Approdo greco-romano

I resti di un approdo greco-romano affiorano dalle acque di San Marco in prossimita' della struttura portuale moderna costruita nel 1954. Il primo nucleo abitativo del paese si e' costituito proprio intorno a questa struttura. San Marco, che alcuni studiosi identificano con la città tardo-imperiale di Erculia, era quindi il centro abitato con la necropoli e il monastero, documentato fin dal 980, di Santa Maria de Gulia (probabile trasposizione di Erculia), situato lungo la strada litorale che collegava Paestum a Velia. Quello di Erculia o Ercolam veniva considerato il principale scalo di approvvigionamento per le imbarcazioni dirette al porto di Miseno nonche' base militare o sito di appoggio per la flotta imperiale. Ad avvalorare ulteriormente questa ipotesi e' il ritrovamento nelle acque antistanti il porto di San Marco negli anni 60 di alcune ancore di piombo (risalenti tra il I e il II secolo d.c) contraddistinte dalla scritta ter. Questa dicitura sta indicare la tipologia di imbarcazione a cui le ancore erano destinate: le triremi.

La necropoli. San Marco e' sede di una necropoli situata nei pressi della passeggiata che dal porto moderno conduce al Pozzillo. La necropoli raggiunge i 7000 metri quadrati e le sue 151 tombe si trovano quasi esclusivamente all'interno di suoli privati. I pochi resti di quelle che spuntano dal suolo comunale sono state in parte cementificate per la realizzazione della passeggiata panoramica. L'antico cimitero, oltre alla gente del luogo, ospitava soprattutto i veterani della classe Misenis, che trovavano la morte durante i frequenti naufragi dovuti alle numerose burrasche che flagellavano la costa. La tumulazione avveniva in fosse poco profonde su un promontorio di arenaria con tutto il loro corredo funebre in parte recuperato. Durante gli scavi eseguiti nel 1983 fu ritrovata nella necropoli un'epigrafe funeraria, dedicata alla giovane figlia scomparsa e conservata nel museo archeologico di Pontecagnano, che ha permesso di risalire al nome di un triarca, Antonius Priscus, comandante di una delle centinaia di triremi ancorate nel porto di Miseno. Sul posto sono state rinvenute inoltre diverse monete, monili e antichi cocci di vasellame, brocchetti, spilloni, lucerne, amuleti e vari oggetti magici contro il malocchio, come un campanello di bronzo che aveva lo scopo di scacciare gli spiriti maligni.


Santa Maria di Castellabate

Santa Maria di Castellabate – StemmaIl paese, sulla costa tirrenica, si estende lungo la Strada statale 267 del Cilento, a circa 12 km a sud di Agropoli. Il territorio va dalla zona Lago (chiamata localmente ''u Lao'', che lambisce la zona montuosa del Tresino) alla spiaggia del Pozzillo (condivisa con San Marco), comprendendo in collina la localita' di Valle Sant'Andrea. Dal comune capoluogo (in collina) dista circa 3 km ed e' abbastanza contigua con l'altra frazione, S.Marco. Da Acciaroli dista 20 km, 13 da Agnone Cilento, 9 da Case del Conte e circa 60 da Salerno.
Il paese era noto col nome del suo nucleo originario, Isca delle Chitarre, attualmente suo centro storico. Il centro storico si estende fra due piazze: Piazza Matarazzo, nei pressi dell'omonima villa e capolinea degli autobus, e Piazza Lucia, sede degli uffici municipali. Le abiitazioni piu' caratteristiche si trovano in una zona di porticati, di fronte al piccolo molo, chiamata ''Porte le Gatte'' (trasmutazione del nome ''porticati'', anche se, secondo alcuni l'origine del nome e' dovuta ai pescatori, in quanto i porticati illuminati dalle candele, visti dal mare durante la notte, sembrano appunto occhi di gatto). A causa dell'incremento turistico negli ultimi 30 anni del XX secolo, il paese si e' molto sviluppato urbanisticamente dalla pianta originaria, inglobando gli abitati periferici di Lago e Valle S.Andrea ed estendendosi lungo la costa. Cio' ha fatto inoltre registrare un cospicuo incremento demografico, che la vede attualmente una delle piu' popolose frazioni dell'intera provincia.

Villa Matarazzo

L'ottocentesca villa Matarazzo, situata nella frazione di Santa Maria (Corso pedonale Matarazzo), apparteneva al Conte Francesco, emigrato nel 1881 in Brasile (a Sorocaba) in cui divenne uno degli industriali più importanti del mondo. La villa, che si estende tra corso Matarazzo, Piazza Matarazzo e il lungomare, e' ricca di verde e di campi che, un tempo ospitavano l'esteso vigneto di famiglia. I Matarazzo vi si recavano puntualmente in ogni estate, per un periodo di riposo. Il suo ampio terrazzo offre una veduta del mare e dell'intera tenuta. Al suo interno e' possibile ammirare la statua di bronzo a mezzo busto raffigurante Costabile Matarazzo, figlio del conte Francesco, le numerose cartine geografiche usate da quest'ultimo nei suoi tanti viaggi, oltre ai saloni e alle vecchie stalle dei cavalli. Quando i Matarazzo nei primi giorni di agosto venivano in paese, la cittadinanza si recava a riceverli con i dovuti onori. Appena l'auto arrivava nel paese la banda locale attaccava l'inno di saluto (marcia reale) che la marina di Castellabate porgeva al suo benefattore. Villa Matarazzo e' la sede del Parco del Cilento, del Museo del Mare e della Biblioteca del calcio Andrea Fortunato. Nel mese estivo si trasforma in un vero e proprio salotto della cultura ospitando iniziative quali ''Libri meridionali, Vetrina dell'editoria del Sud'' e il Premio Leucosia, oltre a svariati spettacoli musicali e teatrali.

Palazzo Belmonte

Il palazzo Belmonte e' una struttura situata a S.Maria che i marchesi Granito fecero costruire nel 1733 accorpando edifici preesistenti. Questo palazzo, nato inizialmente come casino di caccia secondo lo stile degli architetti spagnoli al servizio dei Borbone di Napoli, da quasi tre secoli ospita i principi Granito Pignatelli di Belmonte. "Rumpar non flectar", ovvero "Mi rompo ma non mi piego" recita lo stemma familiare formato da un leone azzurro rampante su quattro punte posto sul portale d'accesso in fondo al viale e sul camino di pietra nella sala da pranzo, intitolata al re Carlo di Borbone. All'interno del palazzo e' presente la ''Galleria degli Antenati'' che ospita i busti dei piu' illustri esponenti del casato, il quale conta un papa, Innocenzo XII, salito al trono di Pietro nel 1691; un beato, il gesuita Giuseppe Pignatelli; e un cardinale, Gennaro, soccorritore nel 1873 dei terremotati di Casamicciola e nel 1884 dei colerosi di Napoli. Nella ''Bacheca delle Pergamene'', invece, e' esposta una pelle di agnello con le firme dei sovrani di Spagna. All'interno della ''Sala delle Armi'' sono presenti una serie di trofei di caccia, archibugi, spade e una armatura da samurai del Quattrocento, dono del governo giapponese. La biblioteca, ricca di circa duemila volumi rari, fu fondata dal principe Angelo, figlio di Parise e ministro della Cultura al tempo della fondazione del Museo e dell'Archivio Storico di Napoli. Questa e' anche lo studio del principe Angelo, figlio di Gioacchino (fu un altro Giocchino, nel 1887, a ottenere il titolo di principe di Belmonte) che e' pure dodicesimo duca di Acerenza, ottavo Grande di Spagna, settimo marchese di Castellabate. Infine una parte dell'edificio ospita 18 appartamenti, che dagli anni ottanta vengono utilizzati come alloggio per turisti. All'esterno un recinto ospita il cimitero dei cani, dove su piastrelle di ceramica sono impressi i nomi dei cuccioli scomparsi. Su una di queste piastrelle sono incisi alcuni versi di Zerann Kzeran: "Egli vi sara' fedele nella fortuna come nella miseria. E' un cane". Nel cortile rettangolare del palazzo vi e' posto un cannone su due ruote, segnato dallo stemma borbonico, del 1780. Un parco di cinque acri ricco di diverse specie di piante, adiacente alla spiaggia del Pozzillo, circonda interamente Palazzo Belmonte.

Porto delle Gatte

Il porticciolo U Travierso detto anche Porto delle Gatte e' una struttura portuale del XII secolo situata nella frazione di Santa Maria che comprende una costruzione ad archi voluta dall'abate Simeone. All'interno degli archi vi erano una sorte di magazzini utili per conservare le numerose merci cilentane (cereali, vino e olio d'oliva) che venivano scambiate specialmente con Cava e Napoli. Negli anni i locali all'interno delle arcate hanno cambiato piu' volte destinazione d'uso: da luoghi dove i pescatori della zona custodivano le loro reti e le attrezzature per la pesca si e' passati a locali per uso commerciale. Il piccolo specchio d'acqua, riparato dagli scogli naturali e da massi di cemento, accoglie piccole imbarcazioni da diporto specialmente nel periodo estivo e i ghozzi usati per le attivita' di pesca. Si tratta di una struttura portuale molto caratteristica e ben conservata cosi bene. Sono tre i film che hanno visto il piccolo porticciolo di Santa Maria protagonista: prima Cavalli si nasce di Sergio Staino nel 1989, poi il film storico Noi credevamo di Mario Martone nel 2009 e infine sempre nel 2009 Benvenuti al Sud di Luca Miniero.


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