fonte wikipedia
Continua dalla home page... Occupata dai Lucani prima, dai Romani poi, la città non ebbe vita facile: schieratasi con Pirro e con Annibale, dovette subire le ripercussioni derivanti da queste infelici scelte. Riuscì a risollevarsi grazie all'impulso ricevuto dalla costruzione della Regio-Capuam (la via Popilia-Annia, che insieme alla via Appia e alla via Traiana, fungeva da rete stradale per tutto il Sud Italia) che la collegava alle più centrali Paestum e Velia, tanto che nell'89 a.C. diventa Municipio Romano.
Lo sviluppo del cristianesimo
La
città col tempo si espanse
molto, arrivando ad edificare
anche a valle: in località Fonti
sorge infatti, in un antico
luogo di culto pagano, il
Battistero paleocristiano di San
Giovanni, che divenne sede
diocesale. Nel VI secolo d.C.,
prima che vi sorgesse l'attuale
centro abitato, viene edificata
il monastero di San Nicola, che
a lungo rimarrà il centro
politico, oltre che spirituale,
del paese. Si diffonde il culto
di San Michele, probabilmente
derivante dal culto del dio
pagano Attis, che diviene
patrono del paese: a lui verrà
consacrato l'eremo presente nei
pressi dell'antica Cosilinum e,
sempre in suo onore, verrà
eretta la chiesa madre. Anche la
Badia di San Nicola al Torone,
sorta poco lontana dal
sopracitato eremo, rispecchia la
massiccia presenza di molti
ordini religiosi nel territorio,
tutti, o quasi, di stampo
orientaleggiante: l'influenza
araba è ancora presente nei nomi
di alcune contrade.
Il periodo medioevale
Agli inizi del X secolo l'antica
città risultava completamente
disabitata: gli ultimi abitanti
l'avevano abbandonata a seguito
delle scorrerie saracene, che
probabilmente la distrussero
(stessa sorte capitata alla
vicina Grumentum) L'arrivo dei
Normanni portò a una inevitabile
militarizzazione della zona e il
fragile equilibrio che si era
tanto faticosamente raggiunto
viene sconvolto
dall'introduzione del
feudalesimo che cambia i
rapporti di potere. In
particolare ne hanno a soffrire
i Monaci basiliani, che vengono
allontanati dalla città: il
monastero che per secoli era
stato il centro politico si
trova ora a dover rapportarsi ad
una nuova figura, il feudatario.
È curioso notare come i due
luoghi ebbero vite parallele,
senza quasi mai incontrarsi: se
intorno al Castello si
svilupparono la piazza d'armi,
centro civile del paese, la zona
intorno al San Nicola risultava
già satura, sorgendo quasi sul
ciglio di uno strapiombo che
fungeva da difesa naturale, e la
vivibilità ne risentiva non
poco.
I Sanseverino
La prima trasformazione
urbanistica in chiave unitaria
si ebbe ad opera di Tommaso
Sanseverino, incaricato da Carlo
II d'Angiò nel 1296 di
provvedere alla difesa della
città. Questi cinse tutto
l'abitato con un imponente cinta
muraria che partiva dei bastioni
del Castello per arrivare a
chiudersi sullo strapiombo,
rendendo il paese impenetrabile.
Da notare l'introduzione di
accessi fortificati e torri di
guardia, di chiaro stampo
angioino. Non fu possibile
creare intorno alle mura un
fossato difensivo, a causa
dell'orografia del paese;
tuttavia se ne può ipotizzare la
presenza almeno in località
“Fossi” (piazza Umberto I), da
cui il nome. La guerra del
Vespro, scoppiata nel 1292 a
Palermo e ben presto dilagata,
portò i feudatari ad aumentare
la pressione fiscale: una simile
manovra in un momento di
crescita demografica e di calo
della produttività, portò più
volte le masse contadine ad
insorgere. Questi fenomeni di
violenza, uniti alla nascita del
banditismo e alle impressionanti
epidemie (si pensi solo alla
Peste nera del 1348),
comportarono l'abbandono dei
centri rurali più a valle, per
rifugiarsi in nuclei più grandi
e meglio difesi. I Sanseverino
furono gli artefici, oltre che
gli interpreti, di queste
trasformazioni. Si sviluppò
l'area intorno al Castello:
sorge la Chiesa di San Clemente,
che era cappella privata del
feudatario, un ospedale
pubblico, la sede del governo
cittadino, e diversi palazzi,
sedi degli uffici o alloggi dei
dipendenti del marchesato.
Inoltre, sposando lo spirito
guelfo della corte angioina,
favorirono l'insediamento di
ordini monastici nel territorio
di Padula: oltre alla
ripopolazione del monastero di
San Nicola al Torone e alla
fondazione della Certosa di San
Lorenzo (1306), i Sanseverino
provvidero all'inserimento nel
tessuto cittadino degli
Agostiniani (1350) e dei
Francescani (1380). I rapporti
non furono comunque sempre
idilliaci, tanto che nel 1383 il
paese, colpevole di essersi
ribellato agli ordini superiori,
venne cinto d'assedio da Enrico,
pronipote di Tommaso.
|