La Certosa di Padula

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La Certosa di San Lorenzo, conosciuta anche come Certosa di Padula, e' la piu' grande certosa in Italia, nonchr' tra le piu' famose, ed e' situata a Padula, nel Vallo di Diano, in Provincia di Salerno. Nel 1998 e' stata dichiarata Patrimonio dell'Umanita' dall'UNESCO.

La parte principale della Certosa e' in stile Barocco ed occupa una superficie di 51.500 mq sulla quale sono edificate oltre 320 stanze. Il monastero ha il piu' grande chiostro del mondo (circa 12.000 mq) ed e' contornato da 84 colonne. Una grande scala a chiocciola, in marmo bianco, porta alla grande biblioteca del convento.

Secondo la regola certosina che predica il lavoro e la contemplazione, nella Certosa esistono posti diversi per la loro attuazione: il tranquillo chiostro, la biblioteca con il pavimento ricoperto da mattonelle in ceramica di Vietri sul Mare, la Cappella decorata con preziosi marmi, la grande cucina dove, la leggenda narra, fu preparata una frittata di 1.000 uova per Carlo V, le grandi cantine con le enormi botti, le lavanderie ed i campi limitrofi dove venivano coltivati i frutti della terra per il sostentamento dei monaci oltre che per la commercializzazione con l'esterno. I monaci producevano vino, olio di oliva, frutta ed ortaggi.

"la grande cucina"

Storia

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La certosa di San Lorenzo, fondata nel 1306, fu trasformata nel complesso maestoso che oggi puo' essere visitato, nel corso del '600 e del '700. Questi furono i secoli d'oro, interrotti poi dalla soppressione degli ordini conventuali, che nel 1866 segno' il definitivo abbandono del monastero. Da oasi pacifica, la Certosa divenne luogo delle miserie umane e venne abibita, nel corso del '900 ad ospedale militare, campo di concentramento ed infine, sino agli anni '50, orfanatrofio.

La certosa vista dalla citta'

"Queste fasi storiche sono documentate dalle fotografie di Giuseppe Castillejo (1909 - 1990), insignito nel 1932 da Umberto II di Savoia di una medaglia d'argento in ringraziamento degli scatti fatti durante una visita alla struttura con la moglia Maria Jose'. Le foto sono ben custodite dal figlio Enrico. Vale la pena fermarsi presso il suo studio fotografico in Padula alla via Italo Balbo."

Il monastero fu voluto da Tommaso Sanseverino, fu poi donato ai Certosini per "calda devozione e pieta' religiose", cosi' almeno recitano i documenti. In realta' la mossa dei Sanseverino, padroni del Vallo di Diano, fu prettamente politica, volendo ingraziarsi il sovrano Angioino ed offrirsi come importante pedina strategica nelle difese contro l'avanzata degli Aragonesi. Purtroppo dalla sua fondazione ad oggi rimane ll'impianto complessivo e poc'altro in quanto l'Ordine permise ai Certosini di ammodernare ed ampliare continuamente il monastero. Oggi la Certosa ospita il museo archeologico provinciale della Lucania occidentale, che raccoglie una collezione di reperti provenienti dagli scavi delle necropoli di Sala Consilina e di Padula. Questo museo copre un periodo che va dalla preistoria all'eta' ellenistica.

alcuni pezzi in mostra al Museo

Visita Virtuale

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Di seguito vi mostreremo alcuni dei luoghi che potrete visitare presso il monastero.

chiostro della foresteria con loggiato superiore

Ammodernato in epoca barocca fa parte della zona cenobitica con gli spazi destinati alla vita comunitaria dei conversi e, solo saltuariamente dai padri, che avevano scelto una vita di completa clausura.

A differanza di altri ordini ecclesiastici, i monaci non consideravano l'arte come pericolosa distrazione, essi infatti non la rifuggonoma la considerano un modo per avvicinarsi a Dio. All'interno della Certosa l'arte trionfa nella zona cenobitica, "luogo deli effimeri abbandoni", cosi' come lo definisce Vega De Martini nei suoi scritti su San Lorenzo.

Scrigno d'arte e' la Chiesa, a cui si accede attraverso un maestoso portale in cedro del Libano, al cui interno e' ripartitati in due cori lignei cinquecenteschi destinati uno ai padri e l'altro ai conversi.

ingresso alle cappelle laterali

la sagrestia ed il ciborio

chiostro del cimitero antico

nel reflettorio gli stucchi della cupola sono opera di di artisti napoletani, mentr l'olio sul muro, raffigurante le nozze di Cana, e' opera di Alessio D'Elia, formatosi sempre a Napoli.

Sempre in questa aula i monaci mangiavanosolo nei giorni festivi, ascoltando la lettura delle Sacre Scritture, fatta dal pulpito marmoreo posto centralmente, entrando, sul lato destro.

 

Sono infine da menzionare: l'appartamento del priore, articolato in piu' di dieci stanze e dotato di una ricchissiam cappella, un giardino con la loggia, un archivio ed una biblioteca, acui si accede attraverso una mirabile scala elicoidale , i cui gradini sono raccordati in un cordolo di pietra senza l'impiego di calce.

la scala elicoidale

Nella regola certosina la biblioteca era riservata al priore e solo saltuariamente gli altri padri potevano entrare e prendere i volumi da leggere nelle proprie celle (fatta eccezione per quelli posti nello scaffale "dei libri proibiti". L'altro nucleo della Domus Superior era l'area eremitica, organizzata attorno al Chiostro maggiore (grande come due campi di calcio) ove potevano entrare solo i padriche vivevano in totale clausura.

Chiostro maggiore, sullo sfondo Padula

Il chiostro e' l'esito di una profonda ristrutturazione, avviata alla fine del XVI secolo con l'intervento del bergamasco Cosimo Fanzago, coinvolto anche in lavori di altre certose meridionali.

In contrapposizione agli "effimeri abbandoni" dell'area cenobitica, e' questo il luogo definito delle "composite compostezze". Attorno al cortile si aprono le le celle dei padri, punto focale e modulo regolare di questo nucleo,, caratterizzato da un'architettura essenziale e rigorosa, che ottimizza gli spazi. Ogni cella, destinata ad un monaco, e' articolata come unita' abitativa autonoma e dotata di un piccolo giardino con fontana, che era coltivato dal monaco e delimitato da un alto muro di cinta.

Le Corbusier, uno dei padri dell'architettura moderna, in seguito ad un suo viaggio nella Certosa di Val d'Ema a Firenze, scrisse che gli sarebbe piaciuto riproporre il blocco della cella certosina interamente indipendente e garante di una totale tranquillita'.

Nel grande chiostro regnava un assordante silenzio, la quiete totale.

lo scalone ellittico, posto al termine del grande chiostro consiste in una grande scala aperta napoletana realizzata da Gaetano Barba.

Oltre questo scalone, si distende il giardino di clausura detto desertum, alludendo alla Tebaide, il paesaggio arido e pericoloso in cui si ritirarono i primi anacoreti. Ma il desertum certosino, pur conservando il carattere di luogodi solitudine e preghiera, e' divenuto, grazie al lavoro ed all'ingegno dei monaci, un parco fiorito. Avviene qui, nell'estremo del silenzio, il tanto anelato incontro dei monaci con Dio.

(fonte Vallo di Diano, prodotto dalla Comunita' Montana del Vallo di Diano, foto by renatinsky)

 

 

 

Media

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Ecco alcuni video tratti da youtube che parlano dell'argomento.

il purgatorio di Dante nella Certosa di Padula

I 150 anni della Certosa

Servizio di Raitre antichi sapori

Dove si trova


Visualizzazione ingrandita della mappa

La Certosa si trova in Viale Certosa, 1, 84034 Padula Salerno Tel.0975 77745

Orari di ingresso: dalle 09:00 alle 19:00. Chiusura ore 19:30 Giorno di chiusura marted́

 

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