ingresso
alle
cappelle
laterali
la
sagrestia
ed
il
ciborio
chiostro
del
cimitero
antico
nel
reflettorio
gli
stucchi
della
cupola
sono
opera
di
di
artisti
napoletani,
mentr
l'olio
sul
muro,
raffigurante
le
nozze
di
Cana,
e'
opera
di
Alessio
D'Elia,
formatosi
sempre
a
Napoli.
Sempre
in
questa
aula
i
monaci
mangiavanosolo
nei
giorni
festivi,
ascoltando
la
lettura
delle
Sacre
Scritture,
fatta
dal
pulpito
marmoreo
posto
centralmente,
entrando,
sul
lato
destro.
Sono
infine
da
menzionare:
l'appartamento
del
priore,
articolato
in
piu'
di
dieci
stanze
e
dotato
di
una
ricchissiam
cappella,
un
giardino
con
la
loggia,
un
archivio
ed
una
biblioteca,
acui
si
accede
attraverso
una
mirabile
scala
elicoidale
, i
cui
gradini
sono
raccordati
in
un
cordolo
di
pietra
senza
l'impiego
di
calce.
la
scala
elicoidale
Nella
regola
certosina
la
biblioteca
era
riservata
al
priore
e
solo
saltuariamente
gli
altri
padri
potevano
entrare
e
prendere
i
volumi
da
leggere
nelle
proprie
celle
(fatta
eccezione
per
quelli
posti
nello
scaffale
"dei
libri
proibiti".
L'altro
nucleo
della
Domus
Superior
era
l'area
eremitica,
organizzata
attorno
al
Chiostro
maggiore
(grande
come
due
campi
di
calcio)
ove
potevano
entrare
solo
i
padriche
vivevano
in
totale
clausura.
Chiostro
maggiore,
sullo
sfondo
Padula
Il
chiostro
e'
l'esito
di
una
profonda
ristrutturazione,
avviata
alla
fine
del
XVI
secolo
con
l'intervento
del
bergamasco
Cosimo
Fanzago,
coinvolto
anche
in
lavori
di
altre
certose
meridionali.
In
contrapposizione
agli
"effimeri
abbandoni"
dell'area
cenobitica,
e'
questo
il
luogo
definito
delle
"composite
compostezze".
Attorno
al
cortile
si
aprono
le
le
celle
dei
padri,
punto
focale
e
modulo
regolare
di
questo
nucleo,,
caratterizzato
da
un'architettura
essenziale
e
rigorosa,
che
ottimizza
gli
spazi.
Ogni
cella,
destinata
ad
un
monaco,
e'
articolata
come
unita'
abitativa
autonoma
e
dotata
di
un
piccolo
giardino
con
fontana,
che
era
coltivato
dal
monaco
e
delimitato
da
un
alto
muro
di
cinta.
Le
Corbusier,
uno
dei
padri
dell'architettura
moderna,
in
seguito
ad
un
suo
viaggio
nella
Certosa
di
Val
d'Ema
a
Firenze,
scrisse
che
gli
sarebbe
piaciuto
riproporre
il
blocco
della
cella
certosina
interamente
indipendente
e
garante
di
una
totale
tranquillita'.
Nel
grande
chiostro
regnava
un
assordante
silenzio,
la
quiete
totale.
lo
scalone
ellittico,
posto
al
termine
del
grande
chiostro
consiste
in
una
grande
scala
aperta
napoletana
realizzata
da
Gaetano
Barba.
Oltre
questo
scalone,
si
distende
il
giardino
di
clausura
detto
desertum,
alludendo
alla
Tebaide,
il
paesaggio
arido
e
pericoloso
in
cui
si
ritirarono
i
primi
anacoreti.
Ma
il
desertum
certosino,
pur
conservando
il
carattere
di
luogodi
solitudine
e
preghiera,
e'
divenuto,
grazie
al
lavoro
ed
all'ingegno
dei
monaci,
un
parco
fiorito.
Avviene
qui,
nell'estremo
del
silenzio,
il
tanto
anelato
incontro
dei
monaci
con
Dio.
(fonte
Vallo
di
Diano,
prodotto
dalla
Comunita'
Montana
del
Vallo
di
Diano,
foto
by
renatinsky)