dal sito ufficiale del Comune di Caggiano
segue...Da tale praenomen deriva infatti anche il nome di un altro fundus Caianus, nell'attuale provincia di Roma, e piu' precisamente nel comune di Labico, di cui ci e' pervenuta notizia dal cosiddetto Elenco Costantiniano e quello infine del comune di Caianello, in provincia di Napoli. Sappiamo ancora, a riprova di quanto detto, che l'aggettivo Caianus era assai in voga al tempo di Caligola: egli siccome in via ordinaria, era chiamato col prenome Caius, tale aggettivo venne a indicare tutto cio' che si riferiva all'imperatore, tanto che i suoi sostenitori erano detti appunto Caiani. Stesso nome fu successivamente dato da Tertulliano ai seguaci della montanista Quintilla, che egli pero' confuse con un'altra Quintilla, seguace appunto dello gnostico Caius.
Origini
Nel territorio sono stati
rinvenuti resti preistorici, in
particolare nelle "grotte dello
Zachito" ai piedi del monte
sulla cui cima si trova oggi il
paese, luogo particolarmente
favorevole per la vicinanza del
fiume Melandro.
Nell'VIII-VII secolo a.C.,
l'area entrò probabilmente in
contatto con le colonie greche
sulla costa. Il territorio
doveva essere abitato da
popolazioni di stirpe sabellica:
le vallate erano percorse da
genti nomadi dedite alla
pastorizia, armate di frecce di
pietra ed archi e con scudi di
vimini, mentre sulle alture
sorgevano villaggi protetti da
mura. Senza particolari prove,
la contrada di Veteranuso, a
causa del suo nome, è stata
ritenuta il sito di un'antica
città (Ursentum o Urseo),
capitale del popolo degli
Ursentini, che sarebbe sorta
nella località di "Tempa dei
Tiesti", dove alcuni ruderi
furono interpretati come resti
di un centro abitato [citazione
necessaria].
Epoca romana
Il territorio entrò a far parte
dei domini romani dopo le tre
guerre sannitiche (343 - 290 a.C.).
Durante la seconda guerra punica
Annibale vi tese un agguato al
console romano Marco Claudio
Marcello e non lontano Spartaco
fu definitivamente sconfitto
presso Dianum (l'antico centro
da cui prende il nome il Vallo
di Diano) [citazione
necessaria].
Sotto il dominio dei Romani il
territorio faceva parte
dell'ager Volceianus, territorio
della città di Volcei, attuale
Buccino e i suoi abitanti fecero
parte della "tribus Pomptina".
Sono attestate numerose epigrafi
e la famiglia degli Instei
costruì una tomba monumentale
nella località San Stasio. Con
la riorganizzazione dioclezianea
il territorio di Caggiano fece
parte della nuova Regio III
Lucania et Bruttii (provincia
della Lucania e del Bruzio).
Epoca alto-medioevale
Durante il periodo delle
invasioni barbariche il
territorio fu percorso da
Vandali e Visigoti e fu
interessato nel VI secolo dalle
guerre tra Goti e Bizantini.
Il territorio passò quindi sotto
il dominio dei Longobardi, a cui
si deve probabilmente un
rafforzamento delle
fortificazioni, databile tra l'VIII
e il IX secolo. Da alcuni
importanti centri sulla costa
rimasti in potere dei Bizantini
si rifugiarono verso l'interno
preti e monaci, per lo più di
rito greco, perseguitati dagli
iconoclasti.
Con l'indebolimento dei
Longobardi, nel X-XI secolo si
ebbe una nuova espansione
bizantina verso l'interno, e
questo rinnovato legame con il
mondo greco è testimoniato a
Caggiano dall'edificazione di
chiese di rito greco, come Santa
Caterina e Santa Maria dei
Greci].
Nell'XI secolo l'Italia
meridionale venne conquistata
dai Normanni guidati da Roberto
il Guiscardo. A Caggiano, il
loro arrivo, intorno al 1070 fu
segnato dal rafforzamento delle
fortificazioni preesistenti e
dalla costruzione di un
castello, sul sito di precedenti
opere fortificate. Il luogo
aveva infatti notevole
importanza a controllo delle vie
verso la Calabria e la Puglia,
percorse dai pellegrini diretti
in Terra Santa.
Intorno al castello si sviluppò
quindi un piccolo borgo, primo
nucleo dell'attuale abitato, con
alcune dimore ed altri edifici
che ben presto ottenne il titolo
di università feudale. Nel XII
secolo i Templari vi eressero
una mansio in contrada "Sant'Agata",
mentre l'ordine degli
Ospitalieri (il futuro Ordine di
Malta) gestiva l'ospedale
dedicato a San Giovanni. Con la
soppressione dei Templari nel
1312 anche la mansio di Caggiano
fu ceduta agli Ospitalieri.
Il primo signore di Caggiano di
cui si abbia notizia è un certo
Guglielmo de Cauciciano, citato
in un atto di donazione del 1092
conservato nell'archivio della
Badia di Cava. Da questi la
signoria passò al figlio
Roberto, che in un primo momento
vi associò anche i fratelli
Guglielmo e Omfrida, e
successivamente al figlio di
Roberto, Ruggero.
Nel 1246 i fratelli Roberto e
Guglielmo, presero parte alla
congiura di Capaccio contro il
ghibellino Federico II di Svevia
e a favore del guelfo Carlo I d'Angiò:
con il fallimento della congiura
i fratelli dovettero rifugiarsi
a Roma, mentre il feudo di
Caggiano venne loro confiscato e
nel 1250 alla morte di Federico
II, venne attribuito
all'illustre medico salernitano
Giovanni da Procida.
In seguito alla vittoria di
Carlo d'Angiò su Manfredi di
Svevia a Benevento nel 1266 il
feudo fu nuovamente restituito
Roberto di Cauciciano, figlio
dello spodestato Guglielmo,
insieme ai casali di Sant'Angelo
Le Fratte e di Salvitelle.
Nel 1284 il feudo passò a Mattia
Gesualdo, che aveva sposato
Costanza, ultima discendente
legittima della famiglia dei
Cauciciano.
La signoria dei Gesualdo
Il nuovo signore di Caggiano si
mantenne fedele agli Angioini:
nel 1284 fu nominato da Carlo I
"Giustiziere della Basilicata" e
quattro anni dopo fu nominato
cavaliere da Carlo II. Espanse
inoltre i suoi domini,
acquisendo anche Pertosa,
Castiglione e Paterno. Nel 1330
gli successe il primogenito
Niccolò e a questi prima il
figlio Giovanni e poi l'altro
figlio Mattia, che acquistò la
signoria di Pescopagano e fu
ciambellano di Roberto d'Angiò e
della regina Giovanna.
Luigi Gesualdo partecipò alla
congiura dei baroni contro
Ferdinando II d'Aragona e fu
quindi privato del suo feudo,
mentre il castello veniva in
parte demolito. Il feudo venne
affidato a Giacomo Caracciolo,
conte di Buccino, che fece
ricostruire le fortificazioni.
Dopo la firma dell'armistizio di
Lione tra Luigi XII di Francia e
Ferdinando d'Aragona, nel 1504,
Luigi Gesualdo fu reintegrato
nei suoi precedenti
possedimenti. Morì nel dicembre
del 1518.
Nel corso del XV secolo Caggiano
aveva anche dato i natali agli
umanisti Gabriele Altilio e
Crisostomo Colonna.
Nel 1674 la signoria dei
Gesualdo ebbe termine con
Gianbattista Ludovisio, principe
di Venosa e di Piombino e
signore di Caggiano, che
vendette il feudo a Prospero
Parisani di Tolentino. La
famiglia, secondo l'opuscolo "Veritatis
Statera" di padre Arcangelo da
Caggiano discendeva dalla nobile
famiglia dei Suardo, di origini
tedesche.
XVII-XIX secolo: i
Parisani
Il marchese Vincenzo Parisani
Buonanno si distinse per un
governo particolarmente duro ed
oppressivo e fu denunziato nel
1754 al "Tribunale Regio". Il
marchese fu sottoposto ad un
lungo processo che si concluse
con un'assoluzione. Dopo aver
inutilmente tentato di assalire
il castello i cittadini
caggianesi lo denunziarono
nuovamente e il nuovo
procedimento giudiziario si
protrasse fino alla vigilia
della rivoluzione francese.
La diffusione degli ideali
rivoluzionari fece nascere anche
a Caggiano un "Club della
Libertà", guidato da Vincenzo
Lupo e da Giuseppe Antonio
Abbamonte. Il regime borbonico
arrestò il primo e costrinse
all'esilio il secondo, che
divenne in seguito Segretario
generale del ministro delle
finanze nella Repubblica
Cisalpina. Nel 1799 quando il
generale francese Championnet
proclamò a Napoli la repubblica
napoletana, Abbamonte,
conosciuto a Caggiano come "don
Peppe", fu nominato presidente
del Comitato Centrale.
L'ordinamento delle
amministrazioni locali istituito
durante l'occupazione francese e
i regni di Giuseppe Bonaparte e
di Gioacchino Murat (1809-1810),
con il consiglio comunale (decurionato)
che eleggeva il sindaco,
sopravvisse alla Restaurazione
I Caggianesi presero parte ai
moti del 1820-1821 e del 1831.
Il paese venne inoltre colpito
da una notevole crisi economica
e si sollevò ancora nel 1848, In
seguito alla nuova suddivisione
amministrativa del regno di
Napoli, il paese fece parte del
distretto di Sala nel
"Principato di Citeriore" e fu
capoluogo di circondario.
Nella notte tra il 16 e il 17
dicembre del 1857 fu colpito da
un forte terremoto.
La crisi si perpetuò fino alla
fine del XIX secolo
incrementando il fenomeno
dell'emigrazione soprattutto
verso gli Stati Uniti, il
Venezuela, l'Argentina e il
Brasile.
XX secolo: primo e secondo
dopoguerra
Soprattutto a partire dal
secondo dopoguerra, il paese si
è sviluppato ed esteso a valle
delle vecchie mura di cinta ed
il centro storico si è
progressivamente spopolato. Oggi
Caggiano è così diviso in due
aree: il centro storico di
origine romano-medioevale,
racchiuso tra le mura, e l'area
moderna. In questi ultimi anni,
però, forestieri hanno
cominciato ad acquistare case
proprio nel centro storico per
trascorrervi i periodi di ferie
ed il fine settimana.
La popolazione ha accusato
sensibili flessioni demografiche
in corrispondenza di 3 ondate
migratorie verso le Americhe
(essenzialmente USA) all'inizio
del XX secolo e tra le due
guerre mondiali, ed ancora le
Americhe (oltre che verso gli
USA anche in direzione di
Venezuela ed Argentina) ma
progressivamente sempre più
spesso l'Europa (essenzialmente
la Germania Occidentale) ed il
nord Italia nel secondo
dopoguerra. In particolare,
tra il 1921 ed il 1936 la
popolazione è passata da 3516
abitanti a 3061, perdendo 455
unità (13% ovvero una media di
30 persone l'anno);
nel ventennio 1951-1971 si è
passati da 3817 abitanti a 3397,
perdendo 420 unità (11% pari a
21 persone annue).
Oggi la popolazione si è
attestata poco sopra le 3000
unità.
La prima guerra mondiale causò
diverse vittime tra i paesani
(38 morti in combattimento, 7
dispersi, 9 in prigionia ed
altri 10 per malattie contratte
in guerra) e altre ne fece la
seconda guerra mondiale (18
morti in combattimento, 4
dispersi e 7 per malattia).
Le principali attività
economiche sono l'agricoltura,
l'allevamento, l'artigianato ed
il commercio. I maggiori
prodotti ricavati dal terreno
sono cereali, olive ed uva.
Scarsa è la superficie boschiva,
per la maggior parte di demanio
comunale.
Sono, inoltre, presenti alcune
piccole aziende manufatturiere,
meccaniche e di trasformazione
alimentare.
Il terremoto del 23 novembre
1980, contrariamente a quanto
avvenuto nei comuni limitrofi,
ha solo sfiorato Caggiano senza
provocare né morti né feriti,
tanto che nell'occasione già
nelle prime ore successive
all'evento partirono gruppi di
volontari per soccorrere i paesi
vicini. D'altra parte anche in
passato eventi sismici
distruttivi hanno più spesso
risparmiato Caggiano di quanto
non sia successo ai comuni che
lo circondano.
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