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Roscigno vecchia - Il Paese museo

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Storia

A circa 2 Km. a NE dall'attuale paese di Roscigno, nel cuore del Cilento interno, si staglia l'articolata fisionomia del Monte Pruno (879 m. s/m.). Definito, non a caso, "balcone degli Alburni", domina l'unico valico che rende possibile la comunicazione tra il Vallo di Diano e la fertile pianura pestana; la sua felice e strategica posizione lo rende particolarmente idoneo all'impianto di un insediamento stabile che, nel corso dei secoli, ha acquistato forme e modi diversificati. Risale agli anni '20 il primo recupero di materiale antico; nel corso di lavori agricoli furono raccolti numerosi gioielli di ambra intagliata, pertinenti a ricchi corredi funerari andati distrutti; databili tra VI e V sec. a.C. documentano la presenza di una comunita' indigena articolata e fiorente.

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Tuttavia il ritrovamento che pose Roscigno alla ribalta archeologica avvenne, sempre per caso, nel 1938; proprio sul pianoro del monte Pruno venne scavata una sepoltura definita immediatamente "principesca". Il defunto, disposto supino, aveva gli oggetti del corredo disposti lungo i fianchi ed ai piedi; la ricchezza ed il rango sociale erano enfatizzati dagli splendidi materiali di bronzo tra cui un candelabro di produzione etrusca; dal vasellame in argento, tra cui un raffinato calice e dal numeroso vasellame ceramico.
Una collana ed una corona d'argento connotano chiaramente il rango regale del defunto mentre quello di guerriero viene sottolineato da una ruota di carro, da una punta di lancia in ferro e da due strigili in bronzo. La sepoltura viene datata nei decenni finali del V se. a. C.

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